In uscita il nuovo disco del Quartetto Photinx

E' appena uscito il nuovo disco del Quartetto Photinx con ospite il sassofonista danese Martin Jacobsen!




Il progetto nasce da un’idea del flautista Antonio Cotardo, leader del quartetto e autore dei brani presenti nel disco.

Photinx è una parola che veniva utilizzata nella lingua greca di Alessandria per indicare il flauto traverso (epoca ellenistica);la radice phat significava fiato, il suffisso inx si applicava agli strumenti a fiato.
L’attaccamento alle radici, la ricerca della tradizione e il continuo riferimento anche a culture diverse hanno dato vita ad una nuova concezione di musica.
Un viaggio quindi attraverso la tradizione con uno sguardo costante alla musica etnica e all’avanguardia, elementi che caratterizzano il suono del quartetto Photinx.
Il disco è stato registrato nel marzo 2006 presso l’Associazione Culturale Jazz “T.S.Monk” e per l’occasione il quartetto ha avuto il piacere di suonare con uno dei sassofonisti più interessanti e originali del panorama jazzistico europeo, Martin Jacobsen.
La collaborazione del quartetto con Jacobsen è iniziata nel 2005 con una serie di concerti nei jazz club salentini e si è definita ulteriormente fino alla nascita del progetto Photinx. Infatti nel marzo 2006 oltre alla registrazione del disco, il quartetto insieme a Jacobsen si è esibito in importanti manifestazioni organizzate dai comuni salentini.
Ed è nello stesso periodo che il progetto ha avuto un riflesso anche in Francia, dove Antonio Cotardo e Francesco Negro insieme a Martin Jacobsen lo hanno presentato a Parigi presso la Fondation Danoise e l’Associazione Jazz “La Mezzanine”.
I musicisti che hanno collaborato al progetto oltre ai già citati Antonio Cotardo flauto, Francesco Negro piano, Martin Jacobsen sax tenore, sono Camillo Pace contrabbasso, Marcello Nisi batteria.

 

Recensioni



Greg Burk
Pianista, compositore, docente

Un disco di Jazz è come la fotografia di un albero. Immobile ed eternamente simile a sé stessa ogni qualvolta la osserviamo. L'osservatore, in questo caso l'ascoltatore, ne può contemplare l'unicità, i dettagli, la bellezza propria di un essere vivente. Un tempo quell'albero è stato un seme, poi un'esile pianta, infine un albero svettante nel cielo, in continua crescita.
Il giorno successivo a quello in cui è stata scattata la fotografia, l'albero è ancora cresciuto ed è quindi cambiato.
Il cambiamento è una costante nella vita di un albero così come nella carriera di un improvvisatore.
Tuttavia, per il musicista creativo, la faccenda è un po' più complicata. Il cambiamento implica allo stesso tempo una componente naturale ed un atto di volontà individuale. Per l'improvvisatore è possibile scegliere, per l'albero no. I grandi jazzisti hanno accettato la sfida del cambiamento e della crescita e la gioia della scoperta che essa porta con sé.
Photinx è un progetto che è stato creato con questo spirito.
Fresca miscela di musica originale, intrepida improvvisazione ed energico interplay, questo progetto, sotto la guida del flautista-compositore Antonio Cotardo, cattura l'energia creativa di questi musicisti. Le composizioni originali di Cotardo creano un ambiente in cui i musicisti possano esplorare le proprie idee ed un contesto in cui poter interagire.
Per il Progetto Photinx, Cotardo ha riunito un quintetto capace di suonare con intensità, immaginazione e sentimento. Il suono scuro e penetrante del sassofonista danese Martin Jacobsen, ospite speciale della registrazione, offre il contrasto ideale per risaltare la sonorità luminosa dei flauti di Cotardo. Affiora alla mente un richiamo alle leggendarie registrazioni di John Coltrane con Eric Dolphy. L'uso poetico che Jacobsen ha del linguaggio jazzistico arricchisce il progetto creando un senso di continuità ancora più forte con la tradizione Afro-Americana.
È questa una musica, tuttavia, che rimanda in larga parte alla tradizione Jazz, ma che riflette anche influenze mediterranee e della musica contemporanea e brasiliana. Le composizioni e l'improvvisazione moderne e personali di Cotardo sono un perfetto esempio di questa unione fra tradizioni: al contempo nuove e familiari.
I restanti componenti del quintetto dimostrano sensibilità ed intensità come accompagnatori, immaginazione e forza in qualità di improvvisatori.
Ciò è particolarmente evidente nel pianista Francesco Negro. Come accompagnatore, egli è capace di sostenere il solista con intenzione ed intensità senza però interferire. I suoi assolo dimostrano un senso della struttura e del fraseggio che sanno “raccontare una storia“. Lo si può ascoltare in trio, nel brano di sua composizione "Checco de Cocco Blues" e in duo con Cotardo nel medley dedicato a Jobim. In entrambi i casi, le sue idee sostengono la musica in maniera naturale e convincente.
In larga parte, il successo di questo progetto è dovuto anche all'accompagnamento ricco di swing del batterista Marcello Nisi e del bassista Camillo Pace. Le dinamiche ed il groove non sono mai statiche, insufflando nuova vita ad ogni chorus del solista.
Questo disco raccoglie la vitalità di 5 musicisti ricchi di talento e dedizione. Come l'albero in continua crescita colto dalla fotografia, questa registrazione permette a noi ascoltatori di poter rivisitare e riscoprire la bellezza e la gioia di questo momento.


Walter Sabato
Regista teatrale

In punta di dita si dipana un gioco scenico in cui i personaggi dialogano, si rincorrono, scherzano e battibeccano, per poi riconciliarsi fra le pieghe di una tessitura armonica e contrappuntistica che, senza rinunciare a un’autentica ricerca musicale, riesce a mantenere un’efficace tensione comunicativa con l’ascoltatore.
Ed è il respiro dell’ascoltatore a misurare le seducenti evoluzioni improvvisative, aderendo perfettamente a quello dei quattro attori (con ospite) che le hanno create: per ritrovarci, infine, piacevolmente naufraghi fra le onde sonore.

La presentazione ufficiale sarà il 6 maggio presso l'Associazione Culturale Jazz "T. S. Monk" a Maglie (LE) alle ore 20,30.

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